Area Disabilità

Disabilità è un  “concetto in continua evoluzione”, passato attraverso molteplici culture, non sempre accoglienti, e da epoche di profonde discriminazioni fino ad emergere, nel XXI secolo, con la declinazione di “diversità”; quindi, oggi è intesa nell’accezione di “abilità diversa” nella esecuzione di attività individuale di una persona in un determinato contesto…più o meno inclusivo.

L’articolo 1, comma 2 della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità definisce le persone con disabilità “…quanti hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri“.

Adottata da 192 paesi, firmata da 126 e ratificata da 49, con i suoi 50 articoli la Convenzione ONU rappresenta il primo grande trattato sui diritti umani del nuovo millennio. E’ un documento di grandissima importanza per
la promozione di una nuova cultura riguardo alla condizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) con risoluzione dell’Assemblea mondiale del 22 maggio 2001 ha approvato ed accreditato un nuovo strumento di valutazione, denominato “I.C.F.” (International Classification of Functioning, Disability and Health) o Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute” per descrivere e misurare la salute e le disabilità della popolazione.

L’ICF ha superato la valutazione della disabilità incentrata sulla individuazione delle malattie, inabilità ed incapacità, sostenendo un innovativo metodo di misurazione della salute in base alle capacità e potenzialità della ”PERSONA” considerate nel contesto socio-ambientale.

Non più, dunque, diagnosi, punteggi e graduatorie per la misurazione della minorazione fisica, psichica, sensoriale o cognitiva ai fini dell’erogazione di sussidi assistenziali, bensì una classificazione dinamica della salute, di tutte le componenti proattive e di circostanza ad essa correlate.

Conseguenza diretta dell’applicazione del metodo ICF è la definizione coordinata e condivisa di una presa in carico della persona non solo in relazione al limite di partenza, alle sue funzioni integre e a quelle deficitarie, ma in riferimento alle reali autonomie, ai suoi bisogni di persona, che cambiano nel tempo, adattato agli ambiti quotidiani nei quali articola la vita, alle potenzialità cognitive, comunicative, relazionali e sociali, alle opportunità da attivare ed alle barriere da superare, per ottenere, al termine, attraverso un progetto globale di inclusione inquadrato sulla situazione della persona, una reale soddisfazione e qualità del percorso di partecipazione sociale intrapreso.